hanno scritto di lei:

ulrico s. montefiore

luca pietro nicoletti

francesca pensa

giovanni cerri

sandra marzorati

 
Giovanni Cerri

Sono i campanili e le chiese i soggetti protagonisti delle opere più recenti di Novella Bellora, giovane artista che ama dipingere oggetti, cose e paesaggi a lei familiari, quasi volesse – attraverso il linguaggio della pittura – intrattenere con loro un rapporto di abituale ed intima confidenza.
Avendo seguito anche il suo lavoro precedente, mi sembra che sia rimasto costante in lei il desiderio di esprimere quei valori strettamente legati alla vivacità timbrica del colore, steso ora a più larghe campiture e con maggior padronanza nella gestione degli spessori matrici.
Questo recente ciclo di quadri, infatti, testimonia una maturazione del suo modo di fare pittura e – in sintonia con la "modernità" – ci appare meno descrittivo, spogliato di quei dettagli e i quelle specificazioni ormai divenute superfluee all’espressione.
La compostone adesso è sostenuta da un disegno diventato con il tempo sempre più essenziale e da equilibrati pesi cromatici, accessi nelle loro calde vibrazioni ma non dissonanti, anche quando le accentazioni potrebbero far pensare a parentele neoespressioniste. In realtà, il carattere della pittura della Bellora non si porge mai in maniera aggressiva o provocatoria; anzi dietro all'apparente veemenza di questi fori contrasti di colore cela a ben guardare, una positiva solarità dello sguardo interpretativo quasi un "rifugio", una "proiezione" verso mondi pervasi di luminosa speranza.
Del resto anche i temi scelti, le chiesa e i campanili appunto, rappresentano per lei un punto di riferimento, tanto da poter assumere un significato simbolico. Sono presenze sicure, "luoghi spirituali" dove poter trovare pace e serenità, o semplicemente dove si ascolta e si è ascoltati. Valori, quindi, che vanno al di là della questione religiosa, semmai immagini che raffigurano principi di laica "umanità".
Inoltre, si tratta spesso di chiese situate e inserite in contesti paessagistici e non urbani, come se si volesse sottintendere che la visione "ideale" sta nel connubio spiritualità e natura, in una forma di incontaminata innocenza. Traspare, in effetti, nelle opere della Bellora la ferma volontà nell'essere semplici, nel cercare nella quotidianità degli eventi e degli affetti la linfa ispiratrice di ogni messaggio. E, a mio parere, è proprio nella dichiarata schiettezza e nella consapevolezza di essere una voce "fuori dal coro" che la Bellora trova le sue motivazioni più forti e originali, alla ricerca di momenti o attimi di spontanea poesia.

Giovanni Cerri
 
kreativia 2010