Giovanni Cerri

Sono i campanili e le chiese i soggetti protagonisti delle opere più recenti
di Novella Bellora, giovane artista che ama dipingere oggetti, cose e paesaggi
a lei familiari, quasi volesse – attraverso il linguaggio della pittura – intrattenere
con loro un rapporto di abituale ed intima confidenza.
Avendo seguito anche il suo lavoro precedente, mi sembra che sia rimasto costante
in lei il desiderio di esprimere quei valori strettamente legati alla vivacità
timbrica del colore, steso ora a più larghe campiture e con maggior padronanza
nella gestione degli spessori matrici.
Questo recente ciclo di quadri, infatti, testimonia una maturazione del suo modo
di fare pittura e – in sintonia con la "modernità" – ci appare
meno descrittivo, spogliato di quei dettagli e i quelle specificazioni ormai
divenute superfluee all’espressione.
La compostone adesso è sostenuta da un disegno diventato con il tempo sempre
più essenziale e da equilibrati pesi cromatici, accessi nelle loro calde vibrazioni
ma non dissonanti, anche quando le accentazioni potrebbero far pensare a parentele
neoespressioniste. In realtà, il carattere della pittura della Bellora non si
porge mai in maniera aggressiva o provocatoria; anzi dietro all'apparente veemenza
di questi fori contrasti di colore cela a ben guardare, una positiva solarità
dello sguardo interpretativo quasi un "rifugio", una "proiezione" verso
mondi pervasi di luminosa speranza.
Del resto anche i temi scelti, le chiesa e i campanili appunto, rappresentano
per lei un punto di riferimento, tanto da poter assumere un significato simbolico.
Sono presenze sicure, "luoghi spirituali" dove poter trovare pace e serenità,
o semplicemente dove si ascolta e si è ascoltati. Valori, quindi, che vanno al
di là della questione religiosa, semmai immagini che raffigurano principi di
laica "umanità".
Inoltre, si tratta spesso di chiese situate e inserite in contesti paessagistici
e non urbani, come se si volesse sottintendere che la visione "ideale" sta
nel connubio spiritualità e natura, in una forma di incontaminata innocenza.
Traspare, in effetti, nelle opere della Bellora la ferma volontà nell'essere
semplici, nel cercare nella quotidianità degli eventi e degli affetti la linfa
ispiratrice di ogni messaggio. E, a mio parere, è proprio nella dichiarata schiettezza
e nella consapevolezza di essere una voce "fuori dal coro" che la Bellora
trova le sue motivazioni più forti e originali, alla ricerca di momenti o attimi
di spontanea poesia.
Giovanni Cerri